cARTeggi – n. 2 – Novembre 2020


Articolo
IL MOMENTO PRESENTE NELLA DANZATERAPIA CLINICA
di Valentina Marchionno, tecnico della riabilitazione psichiatrica, psicologa in formazione, danzaterapeuta Lyceum

Il tempo è una delle due dimensioni, insieme allo spazio, entro cui noi esseri umani viviamo e concepiamo la nostra esistenza e la realtà che ci circonda. Se l’esperienza dello spazio è più facilmente osservabile e spiegabile, perché realmente tangibile, quella del tempo invece è sempre stata meno afferrabile, e per questo oggetto di studio e di indagine.

Per esempio, nell’antica Grecia il tempo assume una triplice valenza: Aiòn, Kronos e Kairos. Aiòn (Αιών) [i] è il tempo assoluto, trascendente che corrisponde all’eternità e che viene contrapposto alla nozione di Kronos (Κρόνος) che invece equivale al tempo misurabile della realtà fisica del mondo [ii].

Kronos nella mitologia greca è uno dei titani, figlio di Urano e Gea, che insieme a Rea dà alla luce Zeus e gli altri Dei dell’Olimpo. La sua figura mitologica è conosciuta per aver divorato i suoi figli, terrorizzato dal presagio che uno di loro l’avrebbe spodestato e ucciso. Grazie alla madre Rea, Zeus riuscirà a salvarsi e una volta cresciuto sconfiggerà il padre, facendogli poi rigurgitare i fratelli che insieme a lui diventeranno appunto gli Dei dell’Olimpo.

Kronos rappresenta lo scorrere incessante del tempo, il tempo che divora tutti gli eventi e gli attimi, così come ha divorato i propri figli. Corrisponde al tempo misurabile e oggettivo, scandito dalle lancette dell’orologio e dai giorni sul calendario. Del tempo oggettivo noi abbiamo la percezione di un qualcosa che procede in un’unica direzione, in avanti verso il futuro e lasciando dietro di sé il passato.

All’interno del tempo kronos la dimensione del presente è un qualcosa che paradossalmente non dovrebbe esistere, perché “l’istante presente in sé è estremamente breve: una quantità quasi infinitesimale di tempo durante la quale assai poco può accadere […] In tal senso, non esiste alcun presente.” (Stern, 2004, p. 5).

Di fronte al procedere incessante e continuo degli istanti, la nostra mente mette in atto quella che si chiama narrazione: grazie ad essa noi riusciamo a selezionare gli eventi e a collocarli in un prima, in un dopo e così via. La narrazione ci aiuta a mettere in relazione ciò che accade, collega gli eventi della nostra vita e rende il tempo oggettivo più familiare e tollerabile [iii] (Stern, 2004).

Parallelamente al tempo oggettivo kronos, possiamo considerare quello vissuto che si chiama Kairos. Kairos (Καιρός) [iv] letteralmente tradotto come momento opportuno, sta a rappresentare la concezione soggettiva di tempo vissuto, ancora in corso. Nella mitologia greca, ultimo figlio di Zeus, è rappresentato con le ali ai piedi, in continuo movimento, con un ciuffo di capelli in fronte e la nuca rasata, ad indicare la difficoltà che si ha ad afferrarlo. Kairos è la buona occasione, è la finestra temporale che si apre sull’opportunità, in cui “l’azione che decideremo di intraprendere modificherà il nostro destino” (Stern, 2004, p.6).

Il momento presente, inteso come Kairos, è quel presente con una certa durata in cui agiamo e viviamo in prima persona, è un’esperienza globale che ci dà la possibilità di percepire a pieno l’atto che stiamo appunto vivendo.

Alla luce di quanto detto come è possibile allora inquadrare e inserire nel discorso la pratica della Danzaterapia Clinica? Sempre facendo riferimento a Daniel Stern nel suo libro Le forme vitali. L’esperienza dinamica in psicologia, nell’arte, in psicoterapia e nello sviluppo, egli afferma che “l’esperienza vitale è intrinseca all’atto del movimento” (2010, p. 10), vale a dire che il movimento permette all’essere umano di sentirsi tale. L’autore partendo dalla scomposizione del movimento individua cinque attributi che costituirebbero l’esperienza vitale: movimento, tempo, spazio, forza e intenzione, che interagendo tra di loro, fanno emergere una Gestalt globale, ovvero la forma dinamica vitale.

Alla luce di ciò è possibile affermare che la Danzaterapia Clinica, fondandosi sul movimento, permette di vivere a pieno quelle che Stern chiama forme vitali, proprio perché costituisce un’esperienza globale in sé.

Tenendo conto di questa cornice teorica e del tempo come attributo dell’esperienza vitale, potremmo considerare perciò il momento presente anch’esso come un’entità globale in cui “tutte le parti che lo compongono, convergono, soggettivamente, in un’esperienza singola, unificata, coerente e globale, all’interno di un ora soggettivo” (Stern, 2004, p. 24).

Il momento presente, inteso come Kairos, ha delle caratteristiche specifiche che possono renderlo rilevante da un punto di vista clinico:

  1. La consapevolezza è condizione necessaria di un momento presente
  2. Il momento presente non è il resoconto verbale di un’esperienza
  3. L’esperienza del momento presente consiste in tutto ciò che è consapevole mentre il momento viene vissuto
  4. I momenti presenti sono di breve durata
  5. Il momento presente assolve una funzione psicologica
  6. I momenti presenti sono eventi olistici
  7. I momenti presenti sono fenomeni temporali dinamici
  8. Il momento presente, nel suo svolgersi, è in parte imprevedibile
  9. Il momento presente implica un certo senso di sé
  10. Il Sé che fa esperienza assume una certa posizione rispetto al momento presente
  11. Non tutti i momenti presenti possiedono la stessa importanza (Stern, 2004, p. 28-33).


Nella Danzaterapia Clinica è possibile esperire, istante per istante, nel corso di un incontro intero e nella pratica continua e ripetuta, tutte le qualità del momento presente sopra citate. È come se la Danzaterapia Clinica fosse un susseguirsi di momenti presenti, in cui viviamo in prima persona l’esperienza della danza, del movimento, della musica e dell’ascolto, e allo stesso tempo compare la consapevolezza dell’esperienza stessa.

Di questi undici punti, vorrei analizzarne tre da un punto di vista danzaterapeutico, per sottolineare l’impatto profondamente terapeutico che la danzaterapia può avere.

Il primo tra tutti è il punto 3. Lesperienza del momento presente consiste in tutto ciò che è consapevole mentre il momento viene vissuto. Come fa notare Stern l’esperienza soggettiva non è qualcosa che compare passivamente alla nostra consapevolezza, ma è “attivamente costruita dall’interazione mente-corpo” (2004, p. 29). Nonostante ciò, nella nostra esperienza di vita quotidiana, abbiamo più la sensazione che questi momenti presenti passino inosservati e che prevalgano i pensieri, le narrazioni interne di quello che facciamo piuttosto che il vissuto diretto dell’azione. “Il motivo per cui il momento presente è difficilmente colto risiede nella nostra tendenza a uscire dall’esperienza presente per assumere un punto di vista obiettivo, in terza persona […] Questa attività introspettiva (retrospettiva diretta) è tesa a oggettivare l’esperienza” (Stern, 2004, p. 29). Di fronte a questa tendenza ad uscire dal momento presente e assumere una posizione in terza persona, il corpo funge da áncora all’esperienza soggettiva. La Danzaterapia Clinica, quindi, offre un’occasione completa di ancoraggio e radicamento alla realtà, ma soprattutto al momento presente in cui far combaciare il vissuto e la consapevolezza del vissuto stesso. Il raggiungimento pieno e consapevole di tale condizione richiede tempo e continuità, ma fin dal primo approccio le persone riportano spesso questo senso di presenza. Nella mia conduzione di gruppi di Danzaterapia Clinica in ambito psichiatrico, la totalità dei pazienti che ho seguito ha riportato l’assenza di pensieri come beneficio primario della Danzaterapia Clinica. Tale assenza di pensieri potrebbe essere vista come effetto dell’incontro tra vissuto e consapevolezza, tra pensiero e corpo, in cui il movimento e l’azione riescono a riportare nella realtà, e nel corpo, la mente.

Seconda caratteristica su cui vorrei porre l’accento è la 5. Il momento presente assolve una funzione psicologica. Per funzione psicologica Stern (2004) intende il processo attraverso cui la nostra mente percepisce le novità e cerca di risolvere i problemi che le si presentano davanti. Secondo l’autore il momento presente favorisce questo compito psicologico di “affrontare (o prepararsi ad affrontare) gli eventi di un mondo che cambia quasi senza sosta” (2004. p. 30). La Danzaterapia Clinica, all’interno di ogni incontro, ricrea un microcosmo – fatto di sfide, problemi, relazioni, sensazioni, emozioni etc… – che corrisponde al mondo in cui viviamo ogni giorno. Proprio come nella vita quotidiana, anche alla base della Danzaterapia Clinica c’è il movimento e la tensione verso uno scopo, e tutto accade in un continuo cambiamento.

Ultimo punto che vorrei osservare attraverso la lente danzaterapeutica è il numero 9. Il momento presente implica un certo senso di sé. L’esperienza di Danzaterapia Clinica, come momento presente, porta a viverci come soggetti che fanno esperienza dei propri vissuti. È un’esperienza quella danzaterapeutica che ci ridà un profondo senso di soggettività incorporata, in cui quello che vivo “non è semplicemente qualcosa che mi appartiene, sono io” (Stern, 2004, p. 33). L’ascolto attento del proprio corpo e il ripercorrere dei confini e dei distretti corporei, la scoperta del movimento e la ri-appropriazione dei gesti, la sincronizzazione con la musica e la creatività espressa attraverso la danza, e l’incontro con l’Altro che danza insieme a me, fondano la Danzaterapia Clinica. Attraverso tali esperienze, che riattivano i sostrati vitali dell’esistenza umana, possiamo poco alla volta e sempre di più scoprirci e riconoscerci come soggetti.

Alla luce di quanto detto credo che la Danzaterapia Clinica sia l’occasione non solo di radicamento alla realtà fisica ed esplorazione dello spazio, ma anche di immersione nella dimensione temporale dell’esistenza umana. Quello della Danzaterapia Clinica si configura come tempo vissuto in prima persona, in un continuo susseguirsi di momenti presenti in cui si aprono innumerevoli possibilità di movimento e opportunità di cambiamento.


BIBLIOGRAFIA

Stern D. N. (2004) Il momento presente. In psicoterapia e nella vita quotidiana. Milano: Raffaello Cortina Editore, 2005

Stern D. N. (2010) Le forme vitali. L’esperienza dinamica in psicologia, nell’arte, in psicoterapia e nello sviluppo. Milano: Raffaello Cortina Editore, 2011


SITOGRAFIA

AION di L. Musso in Enciclopedia dell’Arte Antica (1994), www.treccani.it

KRONOS di G. Cressedi in Enciclopedia dell’Arte Antica (1961), www.treccani.it

KAIROS di P. Moreno in Enciclopedia dell’Arte Antica (1995), www.treccani.it


NOTE

[i] AION di L. Musso in Enciclopedia dell’Arte Antica (1994), www.treccani.it

[ii] KRONOS di G. Cressedi in Enciclopedia dell’Arte Antica (1961), www.treccani.it

[iii] Stern D. N. (2004) Il momento presente. In psicoterapia e nella vita quotidiana. Milano: Raffaello Cortina Editore, 2005

[iv] KAIROS di P. Moreno in Enciclopedia dell’Arte Antica (1995), www.treccani.it

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