cARTeggi – n. 6 – Dicembre 2022


ARTICOLO
ALLIEVI DI EDITH KRAMER IERI E OGGI
Intervista di Samin Yousefi, architetto e arteterapeuta Lyceum in formazione, a Ikuko Acosta, arteterapeuta ed ex Direttrice della Facoltà di Arteterapia della New York University

SAMIN: Buongiorno a tutti, ho il piacere di presentare Ikuko Acosta che gentilmente ha accettato il nostro invito partecipando a questa intervista. Come tanti di voi sapete già, lei è la direttrice del dipartimento di Arteterapia dell’Università di New York, una figura importante nel campo dell’arteterapia e con una lunga esperienza anche nel campo clinico. Quindi siamo tutti molto lieti di averla qua con noi. Buongiorno, Ikuko, piacere di conoscerti! E grazie di aver accettato.

SAMIN: Per iniziare potresti raccontarci come tutto è iniziato?

IKUKO: Grazie, con molto piacere sono qua a condividere la mia esperienza con voi. Io sono venuta in America per studiare arte e psicologia e ho conseguito la laurea in Arte e ho condotto ricerche in Psicologia. Questo era alla fine degli anni 60 e allora non esisteva un campo come quello dell’arteterapia e quindi, non sapendo cosa fare, ho iniziato a insegnare in una scuola primaria, finché una mia amica mi ha parlato del programma di arteterapia all’Università di New York a livello di post laurea, dove era già attiva Edith Kramer. Io ho fatto richiesta di ammissione e sono tra la prima e la seconda generazione ad essere stata formata in arteterapia alla New York University. Un percorso che ho ammirato fin dall’inizio perché era proprio il campo in cui volevo lavorare. Dopo di che ho iniziato a lavorare al Dipartimento di Psichiatria vicino a casa che come esperienza è stata molto utile sotto l’aspetto clinico e per questo ho continuato questa mia collaborazione per 17 anni. Dopo sono stata invitata dalla New York University ad insegnare e in più ho lavorato anche nel settore dell’Amministrazione sotto la direzione di Laurie Wilson. Così la mia collaborazione è diventata sempre più ampia finché ho sostituto Laurie Wilson come direttrice, dopo il suo pensionamento. È stata un’evoluzione naturale e ora ho un’esperienza di 44 anni alla New York University e in questo ambito. Devo dire che non ho mai avuto rimpianti di avere fatto questa scelta. Ho imparato l’importanza della comunicazione visiva e la sua valenza rispetto alla comunicazione verbale.  Ogni giorno è una novità e tuttora mi meraviglia il fatto che sono ancora qua e mi chiedo quale altro lavoro c’è che, come questo, non ti stanca mai! Quindi tutto questo è chi sono io! Sono appena andata in pensione dal mio ruolo di direttrice del programma.

SAMIN: Ah… noi non lo sapevamo!

IKUKO: Sì, ma continuo ad insegnare. Il mio interesse è stato sempre rivolto al lavoro internazionale: prima a Torino nel 1984, poi a Perugia e poi ho iniziato a portare i miei studenti a Firenze in Italia, per questo per me l’Italia rappresenta un secondo paese.

SAMIN: Questa è una bella notizia!

SAMIN: Sono molto curiosa di sapere dell’inizio della tua storia, del tuo primo incontro con Edith Kramer e del tuo rapporto con lei alla New York University. Lei per noi all’interno di LYCEUM Academy è come un’icona intramontabile, visto che i nostri studi si basano sulle sue metodologie. Quindi per noi è importante sapere la tua opinione su di lei.

IKUKO: Si, certo… Io sono stata molto fortunata ad essere formata da lei, una persona molto speciale con una profonda fede nel processo artistico, quando il materiale interno della mente umana viene esternato attraverso il materiale artistico. Osservare Il processo artistico minuto dopo minuto, secondo lei, era la cosa più importante in paragone ad altri terapeuti che considerano solo il prodotto finito e analizzano soltanto il risultato, questo per lei era un metodo completamente sbagliato. Per Edith era importante immergersi completamente nel processo e partecipare fianco a fianco con l’utente, cosa che io amavo tantissimo perché, soprattutto in campo clinico, osservare il processo da vicino è molto utile. Edith rispettava sempre il fatto che il processo e il prodotto finale non fossero separabili e che un prodotto significativo fosse sempre il frutto di un processo intenso e riuscito. Edith mi ha insegnato l’importanza del processo artistico, ma anche ad avere fiducia nel materiale artistico che molto spesso viene trascurato, mentre il materiale artistico è una fonte di forte stimolo per le persone. Insomma mi considero molto fortunata…

IKUKO: Oggi è molto diverso, tanti della nuova generazione non conoscono neanche Edith Kramer.

SAMIN: infatti la mia seconda osservazione è proprio questa: ora con tutte le nuove tendenze, dove è il posto di Edith e la sua metodologia?

IKUKO: Buona domanda! In questo periodo ho visto tanti cambiamenti, ho visto un’evoluzione che è inevitabile, però una delle mie battaglie è come sostenere le regole preziose che ho imparato e mantenere quello che ho ricevuto in questo mondo di cambiamento. In questo momento l’arteterapeuta è in un momento critico e sta prendendo diverse direzioni e rischia di perdere la sua vera essenza. Questo è perché ora la gente comincia a focalizzarsi su “evidence based research” o “behavior based research”, o terapia cognitivo comportamentale  e altri approcci alternativi in campo specialistico che io personalmente, come arteterapeuta, trovo molto arroganti perché mi chiedo come si possa decidere anticipatamente di cosa ha bisogno il paziente? Come possono permettersi di avvicinare e curare in base al proprio titolo di specializzazione, senza dare ascolto alle necessità del paziente? … questo per me è inaccettabile. La cosa più importante è conoscere il paziente e sapere veramente chi è come essere umano e dopo agire in base alle sue necessità….

SAMIN: Quindi, da quanto capisco, tu sei d’accordo con la collaborazione di un gruppo di scienziati e psichiatri e arteterapeuti per avere il risultato migliore. Senza interferire uno con l’altro. Questo è importante per i nostri studenti, seguiremo questo tuo consiglio per dare aiuto agli utenti.

IKUKO: Certo sono d’accordo. Il dilemma di oggi è incorporare le novità con le regole, Edith non accetterebbe alcuni atteggiamenti, ma sono sicura che sarebbe a favore di un matrimonio e collaborazione tra lo sviluppo nel campo scientifico e l’arte e mantenere l’autenticità del lavoro artistico.

SAMIN: Torniamo alla tua esperienza italiana a Torino e il legame che c’è tra la New York University e LYCEUM Accademy a Milano che è l’erede della scuola di Arteterapia di  Torino (Porto – Adeg) e questa fratellanza.

IKUKO: I miei ricordi sono tutti ricordi caldi e affettuosi di un gruppo di persone molto gentili e molto volenterose ad accogliere e condividere la cultura e la sapienza. Mi sono sentita accettata e mi sono sentita a casa. Io sono giapponese e mi sono trasferita in America successivamente. Ma non sono una giapponese tipica che non esterna le emozioni, io sono cresciuta diversamente e facilmente mi adatto e mi sento a mio agio. Non per niente una volta un mio studente a Torino mi ha chiesto “Ikuko sei sicura di non essere mediterranea?” …. Ho dei bellissimi ricordi…

SAMIN: Mi sento di fare questa ultima domanda… com’è essere l’erede di Edith Kramer ed essere stata formata da lei e aver ricevuto tutta la bellezza del suo insegnamento? Anche solo una frase… o come vorresti comunicarci questo sentimento….

IKUKO: Credo che Edith Kramer ha potuto puntare e tirare fuori una parte di me che voleva sempre uscire… Io avevo in qualche modo lo stesso suo credo che però era nascosto e seppellito e non usciva. E il suo insegnamento ha scoperto questo punto e mi ha aperto le porte… non mi considero il suo successore, ma credo in un legame che ci collega e porto avanti lo stesso suo metodo nel rapportarmi con gli studenti e condurre gli insegnamenti, ma con il mio stile personale. Magari sono il successore in questo senso….  

SAMIN: Questo è esattamente ciò che intendevo… quello che riservi e porti di lei nel tuo cuore e il messaggio che lei ti ha passato. Credo che anche i tuoi studenti sono fortunati ad avere te come insegnante.

IKUKO: Sono contenta di sentire che voi come LYCEUM seguite queste stesse metodologie e i valori di Edith Kramer e questo vi rende una scuola sorella della New York University.

SAMIN: Grazie per questo ultimo messaggio! lo lo porto a tutti gli studenti e gli insegnanti di LYCEUM che saranno molto felici di sentirlo. Grazie ancora dell’intervista e sei più che ben venuta a venirci a trovare nella nostra scuola LYCEUM a Milano. Grazie ancora e buona giornata!

 

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