cARTeggi – n. 6 – Dicembre 2022 EDITORIALE RISORSE LUCI DELL’ANIMA |
“O anima mia, io ti insegnai a dire «oggi» al pari di «una volta» e di «allora», ![]() Il traffico della grande metropoli milanese, in cui gli automobilisti vengono quotidianamente inghiottiti, può trasformarsi da esacerbante attesa di arrivare alla propria meta a occasione preziosa di un tempo tutto personale di riflessione. La macchina diventa luogo protetto, contenitore per accogliere flussi di pensieri: mi sono dunque trovata un mattino, sotto il tamburellare della pioggia sui finestrini e il ritmo cadenzato dei tergicristalli, a pensare su come quel tempo di vita apparentemente sprecato si potesse rivelare momento di stasi, di quiete e introspezione, una risorsa dunque capace di soddisfare il mio bisogno di pensiero. Risorsa: questo termine dalle molteplici sfumature di significati apre scenari anche molto contraddittori sull’umano stesso, sempre in bilico fra autentico bisogno e insaziabile avidità. Risorsa spinge ad un primo collegamento con il tema di quel nutrimento che, ancora oggi come un tempo, viene messo a disposizione dalla ricca e fertile Madre Terra per l’intera popolazione, una disponibilità segnata però da disuguaglianze e che vede il nostro pianeta tristemente spaccato in due, tra chi muore per denutrizione e chi per “malattie del benessere”. ![]() Risorsa intesa quindi come l’insieme di tutti gli elementi presenti in natura, usati fin dagli albori della nostra presenza sulla Terra per soddisfare una svariata gamma di bisogni umani, il cui impiego si è trasformato nel tempo in base al mutare delle abilità tecnologiche e organizzative sempre più progredite. Cambiamenti drastici che hanno dovuto stare al passo con un sistema economico affamato e sempre meno curante dei ritmi della natura, utilizzando tutte le risorse da essa messe a disposizione per saziare bisogni sempre più grandi, che vanno a creare vuoti non più colmabili e che prospettano scenari futuri quasi apocalittici. La terra è diventata materia prima e niente di più, la foresta legname da utilizzare, il fiume energia da imbrigliare, il suolo coltre da perforare per estrarre energia dal sottosuolo, la montagna cava di pietra, l’aria spazio ove scaricare i veleni rarefatti delle nostre opere. Un rispetto per la natura e le sue risorse oggi dimenticato e che può essere rimembrato dall’immagine che Gothe traccia in un suo saggio del 1783 presentandola come folle danzatrice: “Natura! Da essa siamo circondati e avvinti, né ci è dato uscirne e penetrarvi più a fondo. Ci rapisce nel vortice della sua danza e si lascia andare con noi, finché siamo stanchi e le cadiamo dalle braccia. Viviamo nel suo seno e le siamo estranei. Costantemente operiamo su di essa e tuttavia non abbiamo alcun potere sulla natura. La vita è la sua invenzione più bella e la morte è il suo artificio per avere molta vita. Non conosce né passato né futuro. Il presente è la sua eternità”. ![]() E per finire l’uomo stesso etichettato come Risorsa Umana in ambito lavorativo, considerato lui stesso un capitale, che ha diritto di cittadinanza non perché esiste, non in quanto uomo, ma solo come mezzo per produrre profitto, mettendo a tacere il principio che regolava l’etica kantiana secondo cui “L’uomo va trattato sempre come un fine e mai come un mezzo“. Il nostro mondo dominato da ritmi incalzanti, nuove tecnologie e capitalismo sembra disintegrare il concetto stesso di risorsa! ![]() Facendo ritorno dentro quella macchina diventata per me risorsa, un pensiero balena subito alla mente: ritornare alle origini, per scoprire l’essenza. Ripartiamo allora dal significato etimologico della parola risorsa: deriva dal verbo latino resurgere ovvero risorgere. Risorsa dunque come possibilità di sorgere da morte, di rifiorire, di mutare in meglio, di ricostruire quanto andato distrutto, di ritornare alla luce. Le risorse appaiono in questa prospettiva un equipaggiamento acquisito per rispondere a bisogni che l’esistenza impone, affrontarne gli ostacoli, le sfide, i dolori, i timori: strumenti dunque al sevizio della resilienza, straordinaria capacità di trasformare il buio in cui si è precipitati in una possibilità. Viene immediato allora un collegamento fra risorsa e il Kintsugi, ovvero “riparare con l’oro”, una tecnica artistica di restauro giapponese per ceramiche che risale alla fine del 1400. La filosofia giapponese sottesa a questa tecnica è il mono no aware, ovvero l’empatia per le cose. Quando un artigiano si appresta a lavorare su di una ceramica con un restauro Kintsugi, sviluppa una specie di innamoramento e di stima per l’oggetto che ha tra le mani. Lo studio, il lavoro, l’uso della lacca, l’oro che ricopre le crepe, sono atti di devozione per la ceramica e lo scopo è quello di permettere alla stessa di ritornare ad adempiere allo scopo per cui è stata creata. ![]() Il Kintsugi, con l’oro che mette in evidenza una rottura senza nasconderla, porta a riflettere sulla possibilità che dal fallimento si riesca a tornare a risplendere e che le ferite possono essere trasformate in feritoie della quale far penetrare di nuovo la luce. L’oro utilizzato per riunire i cocci diventa metafora di quelle risorse interiori messe in campo per trasformare ciò che sembrava irrimediabilmente rotto in oggetto pieno di poesia. Gesti di cura, di riparazione, di trasformazione che si connettono con quanto viene offerto dalla Danzaterapia e dall’Arteterapia: attraverso l’espressione creativa di sé, mediante il corpo e i materiali artistici, queste terapie a mediazione non verbale rappresentano luoghi elettivi per far parlare il proprio sé, far emergere vissuti e attivare percorsi di autentica riparazione attraverso la riscoperta delle proprie risorse interiori. Questo preambolo dedicato al concetto di Risorse vi introduce ai contributi del nuovo numero di cARTeggi. Marika Parini affronta il tema dell’impiego di immagini in atelier come risorsa facilitante l’attivazione del processo creativo nel setting arteterapico. Greta Marchesi sottolinea come la Danzaterapia faciliti l’emersione di potenzialità espressive in pazienti psichici molto compromessi, trasformando le mancanze in risorse. Deborah Boltri racconta come la metodologia impiegata nella Danzaterapia rappresenti una risorsa in pazienti con Alzheimer poiché facilita l’interazione tra cuore e cervello, promuovendo la capacità di discernimento in pazienti con Alzheimer. Samin Yousefi intervista una figura eminente nel campo dell’Arteterapia, Ikuko Acosta, promotrice del metodo “arte come terapia” quale risorsa per favorire un percorso di cura dell’Io. Completa il numero la presentazione del libro Arteterapia e autismo. Colori e sfumature di un dialogo possibile, testo che inaugura la nascita della collana editoriale Lyceum. Il libro è frutto di una lunga ricerca di alcune docenti che hanno maturato sul campo grande esperienza con questa utenza, osservando come l’Arteterapia si dimostri valida risorsa per contribuire alla crescita, maturazione e benessere delle persone autistiche. ![]() Nell’augurarvi una buona lettura, ricordiamo che la Rassegna Editoriale cARTeggi è semestrale e il prossimo numero sarà pubblicato a maggio-giugno 2023. I contributi proposti devono pervenire alla redazione entro il 1 aprile 2023, accompagnati da liberatoria e presentati con le modalità richieste, all’indirizzo carteggi@lyceum.it. Per tutte le norme riguardanti la stesura, si rimanda alla HOME di cARTeggi. |
![]() |