IL CORPO RELAZIONALE E IL TEMPO


PREMESSA

E’ dal corpo, e dalle sue possibilità ricettive ed espressive che ciascuno di noi, da bambino, ha costruito il proprio modo di stare al mondo. E’ sulla nostra pelle, è a partire dai nostri primi movimenti interni ed esterni, che sensazioni e percezioni antichissime hanno lasciato profonde tracce relazionali, capaci, a oggi, di guidare le nostre emozioni e le nostre azioni più significative.
C’è un inno gnostico del II secolo che dice che chi non danza, ignora quel che accade. E questo è un po’ come dire che soltanto chi consente al proprio corpo di integrarsi con la propria mente e con tutto ciò che c’è conosce e comunica: a sé di sé, e a tutti gli altri, autenticamente.
Il ritmo respiratorio e circolatorio della madre, la sua voce, il suo calore, il suo seno, le sue braccia che sostengono, il suo sguardo, sono indelebilmente incisi nella nostra memoria corporea e procedurale, e divengono i presupposti sostanziali della nostra capacità rappresentativa, immaginativa: di pensiero, affetti e relazione.
Per ciascuno di noi, c’è un corpo; ci sono un corpo e una mente, integrati, e insieme.
La vita, qualunque vita, non può esistere né svilupparsi al di fuori di un confine determinato: al di fuori di un corpo; di un corpo in movimento. La forma e l’orientamento del nostro corpo non sono un caso, quanto, piuttosto, una necessità e una garanzia di sopravvivenza – sia essa biologica che culturale -: sono ciò che dà struttura al nostro esistere, qui, su questa terra, così. E’ il nostro corpo, allora e ancora, a darci il senso e la sensazione della nostra continuità, della nostra costanza; è il nostro corpo che, modificandosi continuamente, ci fa dire che siamo sempre noi, e che fluiamo, nel corso della vita.
Il succedersi delle nostre sequenze di movimenti, ritmiche e accentate, è omologo, in termini di significato e di comunicazione, al susseguirsi di parole e frasi. Rudolf Laban chiama pensare-in-movimento il modo più profondo di orientarci all’interno di noi: perché è da nostro mondo interiore che continuamente sorgono impulsi corporei che cercano una via, che parlano di noi.
Dice la filosofa Laura Boella (Sentire l’altro, 2006): “Il primo turbamento e la prima minaccia alle più o meno tranquille occupazioni dell’io con se stesso viene dal fatto che l’altro si presenta come un corpo… Il corpo dell’altro non è infatti solo una cosa tra le cose, ma è un corpo vivo.” Ed ecco che, allora, il mio corpo si con-fronta, dinamicamente, con un altro corpo, ed entrambi siamo qui, vivi, presenti, distinti; e “se il corpo non è una cosa, né semplicemente la sede di fatti fisiologici, ma è una presenza intenzionalmente aperta alle cose del mondo, è in questa presenza che dobbiamo trovare il significato dell’emozione.” (Galimberti, Il corpo, 1983) E della relazionalità.

OBIETTIVI FORMATIVI E METODOLOGIA DIDATTICA

L’obiettivo generale è quello di evidenziare ed esperire direttamente, e con il proprio corpo in azione, quelle dimensioni interne e personali che ci consentono di sentirci interi e presenti, e per questo, più capaci di leggere e praticare dimensioni e orientamenti relazionali più congrui e funzionali alle diverse e specifiche utenze e pratiche professionali.

Elementi di Danzaterapia Clinica, spunti di percezione ed espressione corporea, anatomia esperienziale, adeguatamente integrati in una cornice teorica che coniuga neuroscienze, fenomenologia e psicologia dinamica costituiscono la struttura metodologica prevalentemente esperienziale di questa proposta seminariale; e l’operatore della relazione di cura e aiuto ne è il destinatario elettivo.
Tecnica didattica – lezione/discussione, lavoro in piccolo gruppo, esercitazioni pratiche.


Il CORPO RELAZIONALE E IL TEMPO

Sabato 16 Giugno 2018 – Docente: Elisabetta Todisco
Il mio corpo vivo respira: la ricerca del ritmo personale.
Dalla percezione anatomica al simbolo, un viaggio che parte dal centro e va.
Ascolto del tempo e del ritmo interno.
Sintonizzare il proprio ritmo interno con il ritmo dell’altro.
Il mio corpo vivo danza: improvvisazione guidata.
L’improvvisazione guidata, come esperienza di presenza.
L’improvvisazione guidata, come consapevolezza corporea.
Improvvisazione guidata: il qui e ora.

Domenica 17 Giugno 2018 – Docente: Laura Pezzenati
Il mio corpo vivo suona: tempi e melodie in movimento.
Scansioni ritmiche, accentazioni.
Scale cromatiche, armonie e risonanze.
Orchestre corporee: relazioni possibili.
Il mio corpo vivo danza e dice.
L’improvvisazione guidata come esperienza di presenza e consapevolezza corporea.
Relazione con l’altro e inter-azione.

Le lezioni si svolgono dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 17.30.


Docenti del corso

Laura Pezzenati,

Laureata in Filosofia con indirizzo Psicodinamico e in Tecnica della Riabilitazione Psichiatrica, è Danzamovimentoterapeuta e Supervisore Apid. Ha lavorato come TeRP, per molti anni, in un Cps di Milano, con la grave utenza psichiatrica.
Con la Danzaterapia Clinica, costruisce e conduce progetti e percorsi individuali e di gruppo che coinvolgono pazienti con disagio psichiatrico, con tossico e alcol dipendenza, con DCA, portatori di handicap e disturbo dello spettro autistico, persone affette da malattia di Parkinson ed adulti normodotati.
È Docente di Danzaterapia Clinica presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Milano – Corso di Laurea in Tecnica della Riabilitazione Psichiatrica.

Elisabetta Todisco,

massofisioterapista, Terapista Shiatsu e Danzamovimentoterapeuta Apid. Tiene corsi di ginnastica posturale, organizza e conduce laboratori di Danzaterapia Clinica con adulti e sedute individuali di Danzaterapia Clinica, nell’ambito di progetti di Riabilitazione Psichiatrica. E’ Docente di Metodologia e Supervisore della Formazione Triennale in Danzaterapia Clinica di Lyceum.

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